Maestri cioccolatieri e gelatieri di Lombardia, Sardegna, Sicilia e Toscana, a confronto sulle qualità e utilizzo come ingrediente del Cioccolato di Modica IGP
Enorme successo per il talk organizzato nell’ambito dello Sherbeth Festival 2020 in collaborazione con la Regione Siciliana, che ha visto la partecipazione del gelatiere, nonché produttore e maestro cioccolatiere Giuseppe Rizza, insieme ai colleghi Ruben Pili (Sardegna), Osvaldo Palermo (Lombardia) e Vitulio Bondi (Toscana).
L’incontro è stato moderato dalla giornalista enogastronomica Francesca Ciancio.
<<Il Cioccolato di Modica IGP – ha spiegato il siciliano Giuseppe Rizza, CEO di Antica Dolceria Rizza, azienda che dal 1935, produce, trasforma e commercializza lo storico cioccolato – ha una particolare texture identificativa non solo del prodotto ma, oggi, possiamo dire, di un territorio.Questo particolare cioccolato, ha innumerevoli qualità che non vengono alterate dalla metodologia di lavorazione dell’antica ricetta, che noi come azienda manteniamo pur innovandoci nell’offerta di gusti e creazioni. La ricetta storica prevede l’esclusivo utilizzo di basse temperature, il non concaggio e temperaggio. Ma il cioccolato di Modica IGP ha anche un sesto senso: gli antiossidanti naturali. Aveva ragione Alex Humboldt quando disse ” Mai la natura ha racchiuso un nutrimento di così alto valore in uno spazio piccolo come quello del seme di cacao”>>
A far eco a Rizza anche il fiorentino Vitulio che ha sottolineato come << il cioccolato di Modica IGP ha finalmente il giusto riconoscimento sia da parte dei consumatori, che ne riconoscono l’unicità e valore, e proprio per tali caratteristiche non può e deve essere paragonato ad altro cioccolato>>.
A tal riguardo Pili e Palermo hanno affermato l’importanza di educare i consumatori sin da bambini, cosa che nelle loro attività, in Sardegna per il primo e Lombardia per il secondo, avviene, infatti si organizzano educational per i piccoli ospiti, così da far conoscere preparazione e ingredienti. <<Siamo ciò che mangiamo, e il libro degli ingredienti dev’essere la bibbia, sia per chi crea, sia per chi gusta, meno ingredienti, ma di alta qualità, ne leggiamo al suo interno, superiore, sano ed eccellente sarà il risultato.>> ha ribadito Palermo.
Pienamente d’accordo anche Pili che ha sottolineato come sia sbagliato scegliere un cioccolato, a prescindere da quale tipologia, solo per la sua percentuale, perché sarebbe come il paradosso di scegliere un vino soltanto per la gradazione alcolica.
Infatti, come ha sottolineato Rizza, il consumatore deve fare attenzione alla “lavorazione, tipologia, materie prime e la loro origine, che oggi, grazie anche al bollino interattivo IGP, posto sul packaging di ogni barretta di cioccolato di Modica IGP, favorisce la tracciabilità, il percorso e l’identificazione sicura e certa“.
Il consumatore, per comprendere se un prodotto ha realmente qualità e sicurezza, deve leggere le etichette, e cercare se vi sono ulteriori certificazioni alimentari che garantiscono ciò, come le IFS e BRC. Queste quattro figure con un percorso professionale differente e geograficamente lontane, sono l’esempio di come sia ricchezza ridurre le distanze e sposare la cultura e l’unicità anche di territori differenti dal proprio.
<<Il cioccolato di Modica IGP – ha concluso Rizza – grazie alla sua texture, può essere utilizzato come ingrediente in gelateria e in ricette dolci o salate, infatti sotto forma di Pepite, scaglie che evocano la pietra lavica, e dove si intravede la brillantezza dei cristalli di zucchero, è più facile mantenerne la croccantezza: un quid in più al piatto o al gelato, così da far vivere anche un’esperienza sensoriale al palato>>