“Piazza Verde: incontro con il paesaggio” è il tema dell’evento, giunto alla III edizione, inaugurato il 1 giugno 2023 a Copertino (LE) dall’associazione salentina Arboverde.
Al taglio del nastro del 1 giugno hanno fatto seguito una serie di incontri e attività culminate nel Meeting tenutosi il 2 giugno nella splendida cornice della sala angioina del Castello di Copertino. In apertura dei lavori Giuseppe Verdesca, presidente dell’Associazione promotrice dell’evento e Vincenzo Verdesca, garden designer della manifestazione hanno ringraziato le Istituzioni, gli sponsor ed i relatori per aver reso possibile la realizzazione dell’evento. Hanno spiegato che Arboverde è nata con l’intento di promuovere, diffondere e tutelare la cultura del paesaggio naturale e antropizzato al fine di favorire lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione del territorio attraverso il coinvolgimento di risorse e discipline trasversali cha vanno dall’arte all’ architettura del paesaggio, alla tutela ambientale e del verde.
All’incontro moderato da Concetta Di Lunardo, giornalista del notiziario internazionale FreshPlaza sono intervenuti relatori di respiro nazionale e internazionale: Vittorio Rodeschini, presidente Arketipos, associazione culturale organizzatrice a Bergamo del Landscape Festival. Uno spazio fisico di voci e racconti dedicato a chi ha realizzato concretamente i progetti di paesaggio più stimolanti contemplando le possibili soluzioni per la sua tutela; Daniele Errico, agronomo e paesaggista ha sviluppato un’attenta riflessione sui processi di de-ruralizzazione in atto in epoca odierna; Daniele Zanzi agronomo varesino di fama internazionale, fondatore della FitoConsult, prima azienda specializzata nella cura degli alberi; Mauro Lazzari e Giorgio Ruggieri appresentanti di Lua (Laboratorio Urbano Aperto); Fabio Ippolito, direttore tecnico scientifico della Fondazione Orto Botanico Univeritario – Orto Botanico del Salento, ha collaborato a numerosi progetti a tutela della biodiversità vegetale e delle aree protette.
Di seguito una sintesi degli interventi presentati dai relatori:
Vittorio Rodeschini:“Formazione e partecipazione: è su queste due linee direttrici che si muove l’associazione culturale Arketipos, che, in collaborazione con il Comune di Bergamo, dal 2011 organizza il Landscape festival. La ‘formazione’ è assicurata dall’International meeting, che ogni anno chiama i migliori paesaggisti al mondo a raccontare i propri progetti, selezionati da una commissione scientifica internazionale, per offrire il meglio alle 500 persone che ogni anni accorrono a Bergamo da più di 30 paesi. E’ così che abbiamo conosciuto da vicino la storia dell’high Line di New York, trasformata da Piet Oudolf da mostro da abbattere a principale attrazione della città. Anche quest’anno l’International Meeting si terrà nel weekend conclusivo del Festival, il 22 e 23 settembre, nell’affascinante cornice del Teatro Sociale di Bergamo (La partecipazione a International Meeting fornisce crediti formativi). La ‘partecipazione’ è garantita dalla Green Square, che, nell’anno di BGBS città della cultura, raddoppia: la Piazza Vecchia di Bergamo verrà progettata da Martin Rein Cano dello studio Topotek1 di Berlino, che ha già curato l’allestimento del Landscape Festival all’interno del cortile d’onore dell’Università Statale, nell’ambito della Design Week di Milano. La piazza Boni di Brescia verrà curata da Silvia Ghirelli, che allestirà anche il cortile interno del MO.CA. Per affrontare con serietà i cambiamenti climatici è necessario progettare in modo radicalmente diversamente i nostri paesaggi. Per farlo, il modo migliore è imparare da chi l’ha già fatto. Bene”.
Daniele Errico: “Per quale motivo esiste un sorprendente contrasto tra le generazioni passate, che non hanno pensato ed elaborato teorie sul paesaggio, ma hanno comunque prodotto paesaggi meravigliosi, e quelle contemporanee che, pur non smettendo di parlare di paesaggio, lo stanno distruggendo? Partendo dall’assunto che il paesaggio è prima di tutto un ‘ambiente di vita’, il progetto di paesaggio, come processo non solo spaziale ma anche sociale, assume un ruolo significativo per contrastare il declino dei paesaggi storici e il crescente degrado delle qualità paesaggistiche dei luoghi solo se è in grado di operare simultaneamente sulle questioni estetiche, simboliche, economiche ed ecologiche che attengono alla natura complessa del paesaggio. In questo senso l’intervento ha evidenziato l’importanza della conoscenza delle regole fondative o costruttive del paesaggio storico e la valutazione diagnostica delle condizioni strutturali e funzionali delle componenti paesaggistiche per definire linee programmatico-strategiche e per individuare i principali criteri terapeutici di intervento.I criteri operativi del progetto sono stati evidenziati con la presentazione di due progetti di paesaggio (uno realizzato e uno in corso di realizzazione) lungo la costa jonica del Salento”.
Daniele Zanzi: “Ogni viaggiatore dovrebbe essere anzitutto un botanico, perché gli alberi costituiscono la maggior bellezza di ogni paesaggio! – così ebbe a scrivere Charles Darwin. Chiunque non può fare altro che condividere, ovviamente, questa affermazione, anche se talora sembriamo non accorgercene presi dal quotidiano. Negli ultimi decenni appare sempre più evidente l’importanza degli alberi dal punto di vista ambientale e della nostra salute. Eppure, nonostante quasi tutti ne riconoscano l’importanza, gli alberi sono sempre più maltrattati, se non eliminati, troppo spesso con motivazioni surrettizie o frettolose. Alla base di tutto ciò vi e’ una non conoscenza di come gli alberi nascano, vivano, si difendano e muoiano. Insomma per rispettare bisogna conoscere e bisogna riconoscere che il più grande patogeno per gli alberi in città è l’uomo”.
Mauro Lazzari e Giorgio Ruggieri rappresentanti di Lua (Laboratorio Urbano Aperto) hanno ricostruito la memoria storica del Parco Paduli, rendendolo un luogo multifunzionale, dove accadono tantissime cose… proprio come in passato. “Qui è dove i nostri nonni e i nostri genitori si sono incontrati e innamorati e dove noi siamo cresciuti. Il Parco dei Paduli ha una superficie di circa 5500 ettari ed è suddiviso tra sette paesi del Salento: San Cassiano, Nociglia, Botrugno, Giuggianello, Sanarica, Supersano, Surano, che insieme prendono il nome di Unione dei Comuni Terre di Mezzo. Dai primi anni del 2000 iniziano a tenersi una serie di laboratori creativi sui temi più svariati: dal viaggio e lo sviluppo sociale, agricolo e culturale, fino alla valorizzazione del patrimonio locale e la riqualificazione di alcune aree proprio come quella del Parco Paduli. Da qui nel 2008 nasce un laboratorio di partecipazione apposito chiamato Maledetti Paduli, da un’esclamazione che facevano le signore più anziane in passato quando i mariti non tornavano a casa: ‘Saranno ai Paduli, maledetti Paduli!’. Ed è proprio durante questi incontri che si fa strada l’idea di renderlo un luogo multifunzionale: ‘da turismo sostenibile a riserva di biodiversità, fino a una scuola all’aperto. Così abbiamo avviato ricerche botaniche, antropologiche, artistiche, paesaggistiche, che costituissero un bagaglio di conoscenza e di consapevolezza per le comunità e per lo sviluppo delle aree rurali, mirati alla costruzione di nuovi scenari, di una rigenerazione del territorio e di un’agricoltura sana’.
Fabio Ippolito, direttore tecnico scientifico della Fondazione Orto Botanico Univeritario – Orto Botanico del Salento. Ha parlato di “Quale futuro per le piante mediterranee nel paesaggio salentino del XXI secolo? Dopo aver inquadrato la vegetazione mediterranea sul piano fitoclimatico, ha passato in rassegna i principali tipi di vegetazione arborea del territorio salentino, evidenziandone le caratteristiche botaniche e i loro fattori di forza e di debolezza. In ciò egli ha sottolineato la attuale problematica inerente la scelta di piante autoctone ed alloctone, citando alcuni esempi in cui le seconde hanno manifestato maggiore resilienza e capacità di adattamento alle condizioni imposte dal cambiamento climatico. Tra le sfide lanciate da Ippolito al Meeting di Piazza Verde 2023 la necessità di valorizzare le specie autoctone del Salento per l’allestimento di eventi di nicchia tesi alla valorizzazione del paesaggio.