Timidi segnali di ripartenza al Liceo “Giordano Bruno” di Roma, con attività in presenza, in occasione della Giornata della Memoria, celebrata il 27 gennaio di ogni anno.
Le attività hanno visto impegnati alcuni studenti del Liceo delle Scienze Umane (LES) e del Liceo Musicale, a ricordare la liberazione del Campo di concentramento di Auschwitz. A dare il benvenuto, agli studenti della scuola ed ai partecipanti, la Dirigente Scolastica Prof.ssa Alessandra Lorini, che ha moderato l’incontro, intervallato dall’esibizione degli studenti dell’indirizzo musicale e dal contributo degli studenti che frequentano il Laboratorio di lettura scrittura comunicazione e il Laboratorio teatrale in lingua italiana. Sono intervenuti Paolo Marchionne, Presidente del III Municipio, Paola Ilari, Assessore alle Politiche Educative e scolastiche, Maria Tarallo, Presidente Commissione municipale per le Pari Opportunità del III Municipio. Il Prof. Carmelo D’Eugenio, per la parte musicale, ha accompagnato la lettura di alcuni testi commemorativi, presentati dal Dott. Raffaele Di Pietro, estratti dal podcast “Il silenzio della memoria”. Per l’occasione è stato donato alla scuola, dal presidente Marchionne, il libro di Liliana Segre ed Enrico Mentana, “La memoria rende liberi. La vita interrotta di una bambina nella Shoah”, pubblicato dalle edizioni Rizzoli.
Alessandra Lorini, Dirigente Scolastica del Liceo “Giordano Bruno” di Roma: “Dopo due anni segnati dalla pandemia ci incontriamo in presenza per celebrare il Giorno della Memoria con una serie di attività che hanno coinvolto gli studenti e le istituzioni del territorio. L’obiettivo è quello di mantenere vivo il ricordo di un periodo storico che ha devastato un intero popolo, punto di partenza per un percorso di maturazione personale e sociale orientato al bene comune. Spontanea la riflessione su come far fronte al conflitto che spesso si annida laddove viene meno il confronto civile lasciando spazio alla sopraffazione. Gli ebrei dopo la liberazione non hanno pensato alla vendetta, ma a come ricostruire una coscienza collettiva fortemente lacerata dallo spettro della paura e dalla morte”.
Paolo Marchionne, Presidente del III Municipio di Roma: “Conservare la memoria di un momento così devastante per la storia dell’umanità è l’occasione per ricordare un odio che va combattuto. Ecco perché invito voi giovani a dedicare parte della vostra vita alle buone pratiche e alla cittadinanza attiva e solidale nelle sue molteplici fome nell’ottica del buon cittadino. Il Giorno della Memoria è stato istituito in Italia nel 2000 per ricordare le vittime della Shoah e le leggi razziali. Si celebra il 27 gennaio perché in quella data del 1945 sono stati abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz e con essi una pagina della storia segnata dall’odio e dai diritti umani negati. Sono del parere che bisogna setacciare la storia e confrontarsi con gli studenti e ragionare insieme sulle differenze. E’ soprattutto la scuola il luogo privilegiato dove gli studenti imparano a convivere, confrontarsi e a pensare. L’Olocausto avvenne perché individui, gruppi e nazioni fecero precise scelte politiche. Concentrare l’attenzione su queste scelte permette di comprendere meglio non solo la storia ma anche la natura umana, oltre ad aiutare gli studenti a riflettere in maniera critica. Bisogna ripartire dunque con la socialità condivisa che mi impegno a promuovere in questo territorio restituendo ai giovani gli spazi pubblici di cui hanno bisogno per crescere”.
Paola Ilari, Assessora alle Politiche Educative e scolastiche III Municipio Roma: “Il 27 gennaio abbiamo voluto essere presenti nelle nostre meravigliose scuole del Tufello. Consapevoli della potenziale ricchezza umana della scuola. Abbiamo voluto donare agli studenti il libro “La memoria rende liberi”, testimonianza di vita vissuta dalla senatrice Liliana Segre quando il 30 gennaio 1944, ignara dell’orrore che avrebbe segnato per sempre la sua vita, si ritrovò su un carro bestiame al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano verso Auschwitz. Siamo convinti che sia necessario passare il testimone della memoria alle nuove generazioni, per renderle più consapevoli e più libere. Il nazifascismo è una pagina scura, da non ripetere. Alle ragazze e ai ragazzi mi sento di dire che va contrastato qualsiasi comportamento razzista, che invece bisogna costruire sempre ponti e inclusione sociale allontanando ogni forma di odio, bullismo, per una società che accolga e tenga insieme le diversità”.
Gli alunni del Liceo delle Scienze Umane (LES):“Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci, ma ancora non è arrivato il momento di dimenticare, anzi ora più che mai è tempo di spingere i giovani alla riflessione”. Parole profonde che rievocano un momento tragico della storia ma che, tuttavia ancora oggi sono attuali. Attuali perché ci chiamano in causa tutte le volte che … come diceva Kant, forse per “pigrizia o per viltà” deleghiamo agli altri le decisioni a cui è chiamato sempre il buon cittadino. La lezione che non dobbiamo dimenticare è che bisogna tenere sempre alto il livello di osservazione dei fatti di cui la storia e l’attualità sono ricchi. Ciò per prevenire orrori come l’Olocausto, perché il virus della discriminazione, del razzismo e della sopraffazione, non è confinato in un’isolata dimensione storica, ma potrebbe celarsi ovunque quando gli uomini abbassano il livello di guarda di fronte all’etica e ai diritti umani”.
Le ragazze e i ragazzi del Laboratorio di lettura scrittura comunicazione e del Laboratorio teatrale in lingua italiana:“Da parte nostra, l’intenzione è sempre quella di raccontare la memoria, una memoria che sembra appartenere a un tempo passato che invece non passa mai. Perché le storie sono racconti, poesie, immagini, foto, valigie, suoni, rumori… e anche tanto silenzio; quello di chi non poteva parlare e non ha mai potuto farlo; il silenzio di chi gridava dentro di sé un “no!” … ma senza voce; il silenzio spaventoso della notte, il silenzio terrificante del buio, il silenzio pungente del freddo e quello distruttivo del fuoco, fino al silenzio dell’orrore. Il silenzio della memoria è il titolo che abbiamo voluto dare a questo podcast; è il silenzio di chi non parla ma ascolta; un invito che rivolgiamo anche a te che ora sei in silenzio e sei in ascolto. Le tante voci che sentirai ti sembreranno parole, ma non ti sbagliare… quelle voci sono persone di cui noi saremo solo una memoria”.