Ci sono uomini che fanno grandi imprese e diventano leggende. Altri sono eroi e li troviamo anche nella vita reale, mentre Pelè era semplicemente “O’ Rei”
Il mondo del calcio si è sempre interrogato su chi fosse stato il più grande calciatore di tutti i tempi tra ‘O’ Rei’ come veniva definito il brasiliano Pelé e ‘El Pibe de Oro’ Maradona. Sono loro che rappresentano nell’immaginario collettivo, il bello e la storia del calcio. La massima espressione del pallone.Un dilemma che ha attraversato generazioni senza mai trovare risposta anche perché impossibile farlo. Due epoche diverse, due uomini troppo diversi, legati però da quell’unica passione per il calcio che li ha resi leggende di questo sport. Raccontare in un articolo Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè, è praticamente impossibile.È come ridurre l’Everest a una collina.
Tuttavia per capire cosa ha rappresentato nel mondo del calcio basta pensare in che modo, prima di lui, veniva considerato il numero dieci che non aveva alcun significato particolare. Con Pelè quel numero è diventato, di fatto, il numero di coloro che il calcio lo inventano. Cresciuto con un’infanzia segnata dalla povertà, giocava a pallone con un calzino imbottito di carta da giornale legato con lo spago e già da bambino i suoi piedi pennellavano autentiche magie. Di conseguenza è stato uno dei primi brasiliani a mostrare che con il talento e il sacrificio era possibile lasciarsi alle spalle le umili origini. Ispirandosi a lui, generazioni di bambini, ragazzi e promesse del calcio, hanno sognato su prati di periferia, cortili e campetti brulli.
Ecco perché è diventato un’icona nazionale con i brasiliani che hanno continuato ad amarlo nei decenni, pur non avendolo mai visto giocare dal vivo, in televisione o senza neppure aver letto le cronache sportive dell’epoca.
Al di là dei numeri da capogiro, 1281 gol ufficiali approvati dalla Fifa con quattro mondiali giocati di cui tre vinti, unico calciatore a riuscirci, rimarrà il migliore di sempre e per sempre. E lo sarà anche dopo che finiremo tutti di celebrarlo e di rimpiangerlo dopo che un cancro a 82 anni se l’è portato via. Pelè resterà sempre Pelè… anzi semplicemente “O’ Rei”.