PUNTOSUDIME di Daniela La Porta
Il Progetto Filippide nasce in ambito sportivo con l’intento di aiutare i suoi atleti, persone con autismo ed altre disabilità intellettive e comunicative complesse, a valorizzare le loro potenzialità attraverso l’allenamento e la preparazione a competizioni
Era ormai un po’ di tempo che nella piscina dove mi diletto a nuotare sentivo parlare del Progetto Filippide. Foto appese con istruttori e ragazzi con visibili difficoltà continuavano a suscitare il mio interesse.
Con il pretesto di voler condividere con i lettori della mia rubrica realtà meritevoli di attenzione, ho finalmente avuto il coraggio di chiedere a Davide Dominici di parlarmi di questo progetto di cui si occupa da anni. Davide è un istruttore di nuoto del Rari Nantes Nomentano, una piscina del quartiere Nomentano di Roma.
Fin dalle prime parole che mi ha detto sul Progetto Filippide ho compreso quanto fosse per lui importante e motivo di orgoglio… ho presto avuto la conferma che aveva proprio ragione.
L’impegno di Davide nel Progetto Filippide consiste nell’insegnare a nuotare e nell’allenare i veri protagonisti del progetto: ragazzi e ragazze con autismo o altri importanti disturbi come la sindrome di Down, di Tourette, di Williams.
In quattro e quattr’otto Davide ha contattato il presidente del progetto Nicola Pintus e il direttore del progetto Luca Biasillo che mi hanno prontamente invitato presso lo stadio del nuoto al Foro Italico di Roma, per raccontarmi di questo importante progetto nato nel 2002 grazie anche al sostegno ed al contributo del Comune di Roma.
Lo sport senza barriere e l’’inclusività’
Nella piscina da 33 metri del Foro Italico mi ha accolto Nicola Pintus, il presidente del progetto, che mi ha presentato alcuni dei ragazzi che almeno due volte alla settimana incontrano gli istruttori per nuotare e prepararsi alle gare.
Questi ragazzi grazie alla competenza di coloro che ci lavorano con impegno e dedizione hanno la possibilità di svolgere un’attività sportiva senza incontrare discriminazioni ed emarginazione.
Luca, direttore del progetto, mi ha trasmesso tutto il suo entusiasmo per un progetto divenuto un fiore all’occhiello del Comitato Italiano Paralimpico, un progetto che merita davvero di essere conosciuto e sostenuto.
Grazie alle parole di Luca ho compreso qual’è il valore più importante del Progetto:
lo sport senza barriere e l’’inclusività’ termine con cui Luca ha ben rappresentato il concetto di sport tutti insieme perché come ha ribadito Nicola ‘quando questi ragazzi nuotano la disabilità resta fuori dalla piscina’
Finalità e motivazioni del Progetto Filippide
Ripercorriamo insieme chi c’è dietro il progetto, quali sono le finalità perseguite e soprattutto qual’è lo spirito che lo muove e gli importanti risultati raggiunti.
Alle spalle del Progetto Filippide, c’è una società sportiva dilettantistica fondata nel 1983, l’Associazione Sport e Società, associazione benemerita riconosciuta dal
Comitato Italiano Paralimpico, l’Ente Pubblico che, per decreto della Presidenza del Consiglio, è in Italia preposto a controllare, gestire e diffondere lo sport per atleti diversamente abili.
Il Progetto Filippide persegue l’obiettivo di far svolgere, con impegno e continuità, attività sportive a persone con autismo ed altre disabilità complesse al fine di consentirne l’apprendimento e il perfezionamento fino alla partecipazione a competizioni in diverse discipline.
Lo spirito dell’Associazione è da sempre quello di dimostrare come lo sport possa diventare per i suoi atleti, uno strumento funzionale all’acquisizione di una propria autostima, a miglioramento delle proprie autonomie personali, all’integrazione sociale.
Lo sport, è riconosciuto dal mondo scientifico come efficace strumento riabilitativo e terapeutico per tutti i disabili intellettivi e relazionali.
La partecipazione a competizioni ancor di più si rivela determinante al fine di acquisire maggiore consapevolezza dei propri limiti psicofisici, nel tentativo di superarli.
Per questi motivi l’Associazione si è posta come polo sperimentale di tecniche di allenamento per molteplici discipline in modo particolare la corsa e il nuoto
Ciascuno partecipa alle attività agonistiche in base alle proprie capacità, persegue un costante miglioramento attraverso duri allenamenti e attraverso il confronto con istruttori e atleti
Progetto Filippide e nuoto sincronizzato
L’Associazione oltre alle persone con autismo accoglie nel Progetto Filippide anche ragazze affette da sindrome di Down, che sono andate a costituire la squadra di nuoto sincronizzato, allenata da ex atlete Olimpiche della Nazionale Italiana di Nuoto Sincronizzato.
Per le loro caratteristiche di maggiore autonomia e più elevati livelli cognitivi le persone con sindrome di Down, possono rappresentare un modello di riferimento per l’intervento educativo orientato a disabilità intellettive e comunicative complesse.
I risultati raggiunti dal Progetto Filippide
I risultati raggiunti dal Progetto Filippide sono tanti, alcuni più tangibili di altri ma tutti importanti e sono solo una parte di quelli che saranno raggiunti nel prossimo futuro.
Il risultato più rilevante è aver dato la possibilità di vivere esperienze di grande valore educativo e formativo a tanti giovani che incontrano più difficoltà di altri nel loro percorso di vita.
Numerosi risultati sono stati raggiunti in ambito propriamente sportivo a dimostrazione del fatto che credere profondamente nelle potenzialità degli individui, indipendentemente dalle loro difficoltà, può condurre a risultati inimmaginabili.
Uno di questi risultati è la partecipazione alle gare esattamente come tutti gli atleti d’Europa e del mondo.
Un’altro importante risultato porta il nome di Arianna Sacripante, una ragazza affetta da sindrome di Down che grazie al suo talento e al suo costante impegno sta realizzando una impresa da sogno:
il 13 maggio 2018 si esibirà a Kyoto insieme al campione mondiale di sincro Giorgio Minisini nell’ambito del 27° Parafestival di nuoto sincronizzato. Un evento che segna un importante passo in avanti verso la partecipazione alle Paralimpiadi.
‘Non c’è più nessuna barriera’
dice commossa Sabrina Bernabei istruttrice di sincro e precedente campionessa di questa disciplina.
La passione che esprime Sabrina nel video che posto merita di essere vissuta (tg3 del 21/3/2018).
https://www.facebook.com/tg3rai/videos/10156207585293158/
Alcune riflessioni sui disturbi dello spettro autistico
Come sottolineato l’associazione sta dedicando una speciale attenzione alle persone con autismo.
ll mio intento è dare ancora più rilievo alle attività realizzate dal Progetto Filippide perché le problematiche poste da questi disturbi richiedono una reale professionalità, impegno e dedizione.
Mi sembra pertanto opportuno soffermarmi su questi disturbi. Ben consapevole che l’argomento non può essere trattato esaustivamente, mi limito a descriverne le caratteristiche principali.
I disturbi dello spettro autistico sono patologie caratterizzate da una compromissione grave e generalizzata in due aree dello sviluppo: quella delle capacità di comunicazione e interazione sociale e quella nell’area degli interessi e delle attività.
Lo psichiatra infantile austriaco Leo Kanner fu il primo a descrivere nel 1943 l’autismo come caratterizzato da: incapacità relazionali, resistenza al cambiamento, atipie del linguaggio, gioco ripetitivo e stereotipo, eccellente memoria meccanica, reazioni emotive eccessive e impaccio motorio.
RAPPORTARSI CON L’AUTISMO
Chi conosce questi disturbi può facilmente comprendere quanto possa essere difficile rapportarsi con questi ragazzi e chiedere loro di impegnarsi in un’attività come quella sportiva che richiede il rispetto di regole tutt’altro che semplici a maggior ragione se si considera che per loro la comunicazione non può avvalersi del canale verbale, l’autonomia personale è compromessa e le reazioni emotive eccessive possono intervenire anche in momenti inaspettati.
SERVIZI E LUOGHI DI ACCOGLIENZA
Una ulteriore complicazione è nella scarsa disponibilità di adeguati servizi e luoghi che accolgano i ragazzi in tali condizioni e che si occupino di loro, delle loro vite e del loro tempo, soprattutto quando l’età di questi giovani ragazzi si alza e le prospettive per loro sono davvero un punto interrogativo oltre che una pesante preoccupazione per le famiglie di questi ragazzi, anch’esse profondamente colpite dal disagio e dalle sue conseguenze.
IL VALORE DEL PROGETTO
In questa assenza di sufficienti risposte da parte della società e delle istituzioni risulta ancora più evidente il valore e l’importanza del Progetto Filippide e di iniziative dalle medesime finalità che attraverso le loro attività
agiscono sul livello di consapevolezza e sulla qualità di vita di questi giovani e delle loro famiglie.
Cosa rende possibile il Progetto Filippide
Dopo aver riflettuto sulla complessità dei disturbi dei ragazzi protagonisti di questo progetto e aver compreso la reale importanza anche sociale del Progetto Filippide mi sono domandata cosa rende possibile questo progetto e cosa c’è dietro.
Sicuramente c’è tanta passione, tanta competenza e tanto volontariato intorno a questo progetto.
In primis da parte degli istruttori che seguono giorno dopo giorno questi ragazzi. Tutti loro infatti non si limitano alle ore di allenamento retribuite ma accompagnano letteralmente questi ragazzi, vivono insieme a loro tutte le difficoltà e gli ostacoli che le loro patologie comportano.
Il punto veramente cruciale è nel loro spirito: ‘superare le barriere’ da tutti i punti di vista da quello culturale e sociale a quello dei pregiudizi e dell’ignoranza ..
..senza contare le reali barriere che questi ragazzi hanno nella comunicazione, nell’inserimento in contesti sani, nell’autonomia personale e nell’essere seguiti dagli stessi genitori che davvero si sono trovati a vivere una realtà dura nella quale da soli si può sprofondare.
A conclusione di questo articolo dedicato allo sport e alle realtà di complessi disagi mentali che grazie all’attività sportiva possono trovare un importante sollievo, desidero manifestare la mia completa ammirazione verso il Progetto Filippide e tutte le persone che lo hanno reso possibile.
Vi invito calorosamente a rendermi partecipe delle vostre riflessioni ai fini di quell’arricchimento reciproco che in questo spazio di informazione mi prefiggo di realizzare grazie al vostro fondamentale contributo.
A presto!
Daniela La Porta
Per chiarimenti o ulteriori approfondimenti scrivete a: danielalaportapsi@gmail.com
Articolo dettagliato e appassionante. Realtà da raccontare, ricordare e condividere. Grazie Dottoressa
Ti ringrazio Valentina, quando ho conosciuto più da vicino questo progetto non ho potuto fare a meno di raccontarlo e condividerlo, mi sono appassionata e sono felice di essere riuscita a trasmetterlo!
A presto
Daniela La Porta
Complimenti. È gratificante e incoraggiante leggere questo articolo, grazi
Grazie Massimo, sono felice dell’effetto che ti ha fatto l’articolo. A Presto!
Leggendo questo articolo mi sono emozionata…
Complimenti e grazie per questa lettura.
Grazie a te Doriana. Felice che l’articolo ti abbia emozionato. Non potevo sperare di fare un effetto migliore.
Daniela
Encomiabile la tua professionalita nell’affrontare la tematica molto “sentita”nei giorni nostri. Grazie alla tua accurata testimonianza e alla dedizione di tutte le figure che si occupano di autismo possiamo sperare di superare definitivamente le barriere e rendere meno problematicha la vita a chi soffre per questo disturbo e alle loro famiglie
La dedizione che ho toccato con mano da parte di coloro che si occupano di questo Progetto è veramente autentica!
Cara Daniela, quando si partecipa a queste iniziative, di persona e con il cuore, le parole sono quasi superflue. Le poche parole sono per farti i complimenti e incoraggiarti a continuare, sapendo che molte persone ti sono vicine e ti ammirano. Noi nel nostro piccolo possiamo inserire nel nostro portale
– saluteplus.it – il Progetto Fillipide e un tuo articolo che vorrai mandarci. Ti rinnovialo i noctri complimenti e un augurio di Buona Pasqua a te e a tutti i ragazzi del progetto.
Roberto Scenna Biagioli.
Grazie Roberto delle tue ‘poche’ parole estremamente INCORAGGIANTI! Sono davvero contenta di sentire che il mio intento sia accolto e che stia raccogliendo importanti frutti: quelli della diffusione di informazioni e messaggi che ritengo di reale utilità per tutti! Ancora grazie e Buona Pasqua!
Daniela La Porta
Complimenti Dr.ssa La Porta, un argomento sempre attuale, l’integrazione sociale attraverso le attività ludiche e sportive, che, possono fungere da coadiuvante anche alle attività riabilitative funzionali..
Dr. Vittorio Catalano.
Dr Catalano sono completamente d’accordo e felice di pensarla come lei!
Bellissimo articolo Daniela, così come il progetto. Credo che sia fondamentale includere questi ragazzi nelle varie attività e in particolare nello sport, un attività che fa bene a 360 gradi, fisicamente ma anche mentalmente. Sono ragazzi che riescono a dare e ad insegnarci tantissimo. In particolare ci dimostrano che i limiti, molto spesso, sono solo nella nostra mente
Cara Giorgia, sono completamente d’accordo con te: ‘i limiti, molto spesso, sono solo nella nostra mente’.
Cambiare la nostra mente è difficile. Ma si può lottare per questo … ed i risultati poi arrivano, soprattutto se a condurre la battaglia siamo in molti come accade in questa iniziativa veramente meritevole.
Grazie del tuo prezioso contributo.
Daniela
Molto interessante. Lo sport di tutti e per tutti; come canale di integrazione, valorizzazione, promozione dell’autostima. Credo sia importante condividere progetti validi, pensati e portati avanti con passione. Penso alla terapia multisistemica in acqua, al basket in carrozzina, agli straordinari traguardi raggiunti alle Paralimpiadi Invernali 2018 dal campione di sci ipovedente Bertagnolli. Un vero insegnamento per tutti quando dice: “Voglio migliorarmi. Non voglio accontentarmi. Ho voglia di spingermi oltre…”. Abbiamo bisogno di buoni esempi e buone pratiche. Grazie Daniela.
Grazie a te Maria Laura per gli ulteriori progetti ed esperienze che menzioni e che confermano l’importanza di ‘spingersi oltre’ ovvero di migliorarsi sia come persone che come società. Penso che ci sia un grande bisogno di conoscere e riflettere sulle tante realtà difficili che ci circondano e di darci da fare per contribuire a un mondo migliore.
Grazie Daniela, un ottimo contributo e una tematica sempre più di attualità. Mi piacerebbe saperne di più, in particolare approfondire quali sono i benefici riscontrati e riscontrabili per questi ragazzi. Grazie davvero!
Grazie a te Antonello! Per quanto riguarda i benefici è davvero difficile riassumerli in poche righe. I benefici sono infatti riscontrabili sia a livello psico-fisico che relazionale. L’attività sportiva per le persone con autismo rappresenta una fondamentale occasione per lo sviluppo di specifiche abilità proprio nelle aree maggiormente compromesse dal disturbo: l’area della comunicazione, quella dell’interazione sociale, degli interessi e del comportamento in genere. Ad essere favorita è tanto la loro autonomia personale quanto la loro capacità e possibilità di stare in contesti sociali. Senza contare l’importanza di svolgere attività fisica con tutti gli effetti positivi che ne derivano sul piano della salute fisica essendo questi ragazzi a rischio di obesità, con tutte le conseguenze che questa condizione comporta in termini di rischi per la salute. Un ulteriore grande beneficio deriva dalla partecipazione alle gare come accennato nell’articolo. A questo proposito colgo l’occasione per riflettere su un ulteriore beneficio a cascata che si ha da iniziative come il Progetto Filippide: i tanti ragazzi con autismo che nel contesto scolastico e sociale sono spesso visti con timore e distacco, grazie allo sport e al contatto con altri atleti hanno la possibilità di essere visti sotto un altro punto di vista. Semplicemente come atleti che sudano faticano, vincono e perdono. Ciò rappresenta una grande opportunità non solo per questi ragazzi ma per tutti: compagni, insegnanti, sportivi, società intera.
A presto!
Daniela
Una tematica importante e scomoda allo stesso tempo, raccontata con un realismo positivo , che fa emozionare e sperare veramente in una società più giusta e leale per tutti.
Grazie Daniela!
Proprio così importante e scomoda, impegnativa e emozionante allo stesso tempo. Una cosa penso sinceramente: c’è tanto tanto da fare per andare verso una società più giusta e leale… si può e si deve fare…così come si deve ringraziare chi già fa tanto.
Grazie Antonio per il tuo contributo al messaggio di speranza!
Daniela
articolo molto interessante e molto dettagliato. È bello sapere che anche lo sport si occupa dell’ inclusione dei bambini con difficoltà. E grazie soprattutto a te che ci porti a conoscenza di queste bellissime iniziative, nella speranza che la società migliori l’approccio di fronte a queste persone…che hanno tanto da insegnarci
Mi unisco con tutte le mie forze al tuo messaggio di speranza “che la società migliori l’approccio di fronte a queste persone … CHE HANNO TANTO DA INSEGNARCI”. Io certamente sono una delle tante persone che hanno imparato tanto dall’esperienza che mi ha permesso poi di raccontare in questo articolo cos’è il Progetto Filippide… e tanto, veramente tanto altro ancora c’è da imparare..
Grazie Mariangela
Buonasera Dottoressa, volevo ringraziarla per aver dato la possibilità a chi come me non conosceva prima del suo articolo questo importante e bellissimo progetto, di sapere che esiste. Il solo fatto di esserne venuta a conoscenza getta una luce di speranza in un Paese dove chi soffre di una disabilità piu o meno importante troppo spesso viene escluso dalla possibilità di condurre comunque una vita “normale” anche praticando sport. Posso solo immaginare la gioia di questi ragazzi/e inclusi nel progetto e dietro di loro la gioia delle loro famiglie. Grazie davvero!
In attesa del prossimo articolo le auguro una buona serata.
Ilaria
Sono davvero felice di essere stata veicolo di conoscenza di un Progetto così importante!
Posso dire con certezza che le famiglie di questi ragazzi sono davvero grate al Progetto Filippide: lo hanno mostrato con forza e con determinazione a ottobre 2016, quando in un momento di sospensione dei finanziamenti si sono recate davanti al Campidoglio PRETENDENDO che il Comune di Roma sbloccasse i fondi stanziati per il Progetto!
Grazie Ilaria e al prossimo articolo!
Daniela
Davvero molto interessante!
Lo sport è uno strumento potentissimo di comunicazione e crescita, che andrebbe usato molto di più. Questi ragazzi e queste ragazze, se accompagnati da persone che “sanno andare oltre”, possono trarre benefici incredibili ma soprattutto possono ‘non sentirsi’diversi e comunicare anche solo con i gesti.
Quindi grazie per aver condiviso il racconto di questo bellissimo progetto. I miei complimenti ai realizzatori.
Grazie Mara, sono completamente d’acconto con te! I vantaggi che derivano dallo sport come strumento di comunicazione e crescita sono veramente importanti e andrebbero utilizzati di più. Il Progetto Filippide è per questo un progetto da prendere ad esempio per un uso efficace dello sport.. e non solo! Grazie ad esso le persone con autismo e disturbi correlati oltre a trovare uno spazio protetto dove esprimere in modo adeguato le proprie potenzialità, riescono a sperimentare la partecipazione ad eventi e manifestazioni in cui non sono proprio considerate le loro difficoltà. D’altra parte le persone che accompagnano questi ragazzi, proprio perché ‘sanno andare oltre’, insegnano a tutti noi che si può e si deve ANDARE OLTRE perché questi ragazzi HANNO TANTO DA INSEGNARCI, come ben detto da Mariangela nel suo commento.
A presto!
Daniela
La dr.ssa Daniela propone un altro interessante spunto di riflessione. I commenti precedenti sono tutti condivisibili e rischierei di ripetere concetti gia’ espresso. Posso portare l’esperienza personale di una nipotina che tramite lo sport ha dato un senso alla sua vita, ed alla vita dei suoi familiari. La diversità è sempre un arricchimento e sono convinto che chi si spende per questi ragazzi che espande alla grande la propria anima. Concludo citando un episodio delle cronache di questa estate : un ragazzo affetto da sindrome di Down ha salvato una persona che stava annegando. Posso immaginare l’orgoglio dei suoi genitori. Tutto ha un senso : questi ragazzi ci spingono a guardarci dentro ed a migliorarci, il confronto con loro è un arricchimento reciproco.
Grazie Luigi di aver condiviso la tua esperienza personale. Non ho altre parole se non quelle per ringraziarti di cuore perché contribuisci in modo vero e forte al mio intento di instaurare un dialogo ed un confronto dal quale prendere ciascuno qualcosa per riflettere e migliorarsi.
A presto!
Daniela La Porta
È difficile occuparsi di tematiche così complesse ma sempre attuali. Tu, Daniela, ci sei riuscita molto bene facendoci toccare con mano questo mondo che a volte fingiamo di non vedere. Complimenti per la tua professionalità e la tua dedizione ai più deboli.
Un articolo molto bello così come il progetto che viene presentato. Si percepisce la passione, la delicatezza, la cura e la professionalità con cui è stato realizzato. Complimenti Daniela.