PuntoLuce di Massimiliano Facchini
Un pianoforte, un paio di scarpe, uno smartphone
…oggetti che fanno parte della vita quotidiana, che invece per sceicchi o magnati russi desiderosi di non passare inosservati possono diventare stravaganti prodotti di lusso
“Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini sono soltanto degli attori che hanno le loro uscite e le loro entrate. E ognuno, nel tempo che gli è dato recita molte parti” (William Shakespeare)
Scopriremo oggetti, lo smartphone in oro, le scarpe in oro puro e il pianoforte di Swarovski che si trasformano in preziose follie dietro l’ostinata e capricciosa voglia di non passare inosservati di sceicchi con i loro petroldollari o magnati russi dalle infinite disponibilità economiche.
Il discorso può coinvolgere sorprendentemente tutti noi fruitori dei social, con la voglia di essere sempre più “presenti” sui propri profili virtuali, dove postiamo sempre di più i nostri momenti di vita. Ostentare, apparire, essere, dietro tutto questo c’è un malessere di natura psicologica, o soltanto la ricerca per un appagamento personale di natura egocentrica?
Lo chiediamo alla Dott.ssa Daniela La Porta, Psicologa, che collabora con ilpuntonews.net, con una sua rubrica, Punto su di Me
D: Daniela, che relazione c’e’ tra la ricchezza e l’ostentazione di apparire?
R: Direi che la ricchezza intesa in senso economico è una condizione di agio tipicamente connessa alla larga disponibilità di beni materiali e denaro. Quando parliamo di ostentazione si introduce un elemento soggettivo e comportamentale che si manifesta nel mettere esageratamente qualcosa in mostra; nel caso dell’ostentazione di apparire ciò che viene mostrato con spirito esibizionistico riguarda tutto ciò che è visibile, che appare appunto, che è in qualche modo misurabile e confrontabile.
Credo che la relazione che può celare disagio non sia fra ciò che una persona ha e ciò che mostra, ma fra ciò che una persona si sente di essere e ciò che crede sia importante avere e soprattutto far vedere di avere per poter ‘essere’ qualcuno ‘degno di essere visto’. Dietro a queste convinzioni si nasconde un bisogno insito nell’essere umano che è il bisogno di conferma del proprio valore. Tutti, nessuno escluso, nasciamo con il bisogno di essere visti, riconosciuti, amati per quello che siamo. Nel momento in cui, per vicissitudini varie della nostra vita, diminuisce la percezione del valore che secondo noi abbiamo agli occhi nostri e degli altri, ecco che entriamo in una sofferenza silenziosa, scoraggiante a volte bloccante
D: La continua “esposizione ” nei social fà parte di un “malessere” o si può inserire in un discorso di stare al passo con i tempi?
R: La realtà che ci circonda è in continuo e perenne mutamento; questi cambiamenti ci hanno sollecitato e trasformato sia a livello sia neurale che comportamentale, in modo particolare attraverso l’uso dei social. Credo tuttavia che sia inutile attribuire i mali del nostro secolo al nuovo mondo high tech ; la vita è di per se crescita e cambiamento ; oggi viviamo nella realtà dei cambiamenti sempre più rapidi in cui ci viene chiesto di stare continuamente al passo con la velocità della vita e degli strumenti che ne fanno parte. Ebbene, sforzarsi di stare nella nostra realtà, compresa quella super veloce e virtuale credo sia necessario, nonostante le caratteristiche intrinseche del mondo virtuale che esclude il contatto, l’odore dell’altro, la spinta a toccarsi.
Accogliere la nuova realtà senza risultarne scandalizzati è fondamentale almeno per tre motivi:
1. siamo sempre noi che comunichiamo e facendolo con solo alcuni ma non tutti i sensi non è affatto detto che lo facciamo peggio
2. è inutile negare la realtà che cambia e le conseguenza che questi mutamenti implicano nelle relazioni
3. è deleterio lasciare soli i propri figli nella realtà social, dando loro l’ebrezza che possano già essere adulti in quel mondo, decidere quanto spendere, chi derubare (anche se per gioco), che armi conservare! Già perché conoscere e non rifiutare la realtà virtuale è importante in modo particolare per chi ha figli che vivono e investono, più o meno consapevolmente, in relazioni affettive e di empatia anche nel ‘social’
La parola chiave di tutto è però EQUILIBRIO: fra ciò che la realtà è per noi stessi, dotati ciascuno di grande valore e di limiti, e ciò che la realtà rischia di sembrare, deformata da sensazioni distorte e dalla necessità di vedersi diversi per qualche bisogno narcisistico o di profonda insicurezza.
La risposta per ognuno di noi va ricercata nel percorso di crescita e consapevolezza di noi stessi in tutti gli ambiti della nostra vita, percorso che può essere condotto individualmente, insieme ad altri pari, oppure con la guida di persone che per professione entrano in contatto con gli individui e le loro peculiarità, individuando insieme ad essi le strade da percorrere alla ricerca di una qualità di vita profondamente migliore e profondamente più autentica.
Preziose follie
Lo smartphone in oro
La Caviar, azienda specializzata nella creazione di prodotti di alta gamma lussuosi ha realizzato e commercializzato la “scocca” in oro per l’ Iphone XS Max, il nuovo smartphone targato Apple.Destinato ad una nicchia di super ricchi, sceicchi in vena di esibizione e da infinite risorse economiche, in edizione limitata ad un prezzo di 13.000 euro
Le scarpe in oro puro
Le prime scarpe al mondo in oro 24 carati per i ricchi emiri di Dubai parlano italiano, e la creazione di questi “gioielli” da passeggio sono opera dell’artigiano Antonio Vietri, il ‘Calzolaio d’Oro‘ come ama definirsi nel suo biglietto da visita.Di origine napoletana, ma torinese d’adozione, 45 anni, ha realizzato la scarpa più costosa al mondo, valore 5 milioni di dollari.Ha scelto di puntare su lusso e sul Made in Italy. Ha pensato che la strada giusta fosse quella di creare qualcosa di esclusivo. Così è nata l’idea e la creazione della scarpa che piace agli sceicchi, in oro 24 carati impreziosito da pietre preziose, perle e diamanti, otto mesi di lavorazione, prezzo da 25.000 a 75.000 euro, pronta in 72 ore.
Il pianoforte di Swarovski
Uno sceicco del Qatar ha avuto la “brillante” idea di farsi costruire un pianoforte a coda di una delle più prestigiose marche, uno Steinway and Sons, tempestato di diamanti Swarovski. Cinquecentomila diamanti per la precisione, accuratamente posizionati l’uno a fianco all’altro dall’artista Lauren Baker. Cristalli Swarovski dalla dimensione variabile, da 1 a 7 millimetri, che hanno reso questo strumento un vero e proprio gioiello