A soli 22 anni, con già una pubblicazione alle spalle, Sabrina Monno si aggiudica il primo posto della sezione Poesie
XI edizione del concorso letterario europeo che promuove la creatività italiana a livello internazionale
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Più di 80 finalisti hanno dato voce a sogni, pensieri e speranze dal palco dell’auditorium G.Tebaldini della città sulla riviera adriatica, che il 27 ottobre ha ospitato il Premio Wilde. Quattro solo gli elaborati che si sono aggiudicati il primo premio: tra questi la poesia “Il Crepuscolo degli Idoli” di Sabrina Monno si distingue per la sua innovazione tematica rispetto a tutte le altre della sezione Poesie.
Giunto alla sua undicesima edizione, il concorso letterario che si colloca tra i cinque più famosi d’Europa, ha premiato il talento, la cultura, ma soprattutto il coraggio di giovani italiani a portar fuori il loro pensiero e trasformarlo in poesie, romanzi, saggi e narrativa. Queste le quattro sezioni in cui era suddiviso il concorso, a cui si aggiungono le ulteriori categorie a seconda dell’età e del tema prescelto che, per la sezione Poesie, erano quello libero e amoroso.
“Il Crepuscolo degli Idoli” di Sabrina Monno
Con una poesia che ricorda il titolo di un’opera di Nietzche, la ventidueenne Sabrina Monno si distingue fra tutti i partecipanti della categoria giovani e conquista il voto della giuria capitanata dal prof. Luca Filipponi, presidente dello Spoleto Art Festival, e dalla dott.ssa Maria Parente, direttrice del quotidiano La Notte.
Aspirante regista presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna ma originaria di Bari, Sabrina osserva il mondo che la circonda dall’obiettivo
della sua cinepresa e con lo stesso occhio critico e abitudine al dettaglio nascosto è capace di imprimere il suo pensiero tanto in cortometraggi quanto in poesie. Noi l’abbiamo incontrata nella pausa tra una lezione e l’altra all’università e non ci è voluto molto per capire che cosa contraddistinguesse la sua poesia tra tutte le altre in gara:
“Il Crepuscolo degli Idoli è nata dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. Con quel cemento che veniva giù ho visto decadere tutti quei valori di cui parlava Nietsche nella sua famosa opera, da qui ho scelto il titolo. ” spiega l’autrice.
Basta leggere i primi versi della poesia per ritrovarsi in quel mondo di valori distrutti che Nietzsche descriveva nel suo saggio omonimo:
“Sento gli anni miei stridere contro i viscidi muri della morale, contro questa nostra condizione mortale”