SHARE
PUNTOSUDIME di Daniela La Porta

Il bisogno di riconoscimento

Uno dei problemi della nostra società riguarda l’incapacità di “vedere” cioè di “accorgersi” degli altri.

Siamo immersi ciascuno nei propri problemi e fatiche e raramente riusciamo a considerare l’esistenza degli altri.

Il risultato è che ognuno di noi soffre di ‘mancanza di riconoscimento’: non ci sentiamo visti come esseri umani pieni di valore e diventiamo o cresciamo come se fossimo quasi invisibili e senza esserne coscienti e trascorriamo la vita a cercare di essere visti, apprezzati, ‘liked’ sui social.


Vi è mai capitato di non essere salutati e di provare un forte fastidio o di essere salutati con un sorriso e un appellativo affettuoso e sentirvi sollevati? Forse a volte avete riflettuto sul fatto che non ricordate più l’ultima volta che qualcuno vi ha chiesto veramente e con interesse ‘come stai’?

Ebbene tutti gli individui hanno bisogno di riconoscimento e tale bisogno è non meno importante dei bisogni  essenziali per la sopravvivenza.


Nella teoria dell’analisi transazionale, fondata da Eric Berne, questo è uno dei concetti fondamentali.

Berne parla di carezze

La carezza è “ogni atto che implichi il Riconoscimento della presenza dell’Altro”  (Berne, 1964)


Che riflessioni a noi utili possiamo fare su questo nostro bisogno?

Innanzitutto dobbiamo essere consapevoli delle conseguenze del non avere le carezze di cui abbiamo bisogno: non essere sufficientemente ‘accarezzati’ ci procura una ferita più profonda di quanto ci possa sembrare.
Basti pensare a cosa accade nella mente di un bambino che alla recita di Natale non vede presenti i propri genitori. Non farà pensieri elaborati per comprendere le ragioni della loro assenza e potrà anche dire alla mamma o al papà ‘non importa’, per compiacerli, ma quel momento per lui importante in cui non è stato ‘visto’ lascerà un segno più o meno profondo a seconda della continuità con cui circostanze del genere si ripropongono.
 
Non pensiamo di essere così diversi dai bambini. Stiamo parlando di un bisogno primario come quello di mangiare che come tale non ha età.
Pensiamo alla delusione che riceve una donna o un uomo il giorno dell’anniversario quando il partner non ricorda la ricorrenza; all’amica all’amico al quale ci dimentichiamo di fare gli auguri nel giorno del compleanno.

Cosa possiamo fare per avere le carezze di cui abbiamo bisogno?

Ora dobbiamo capire cosa fare per mantenere il nostro ‘serbatoio’ delle carezze sempre pieno: chiedere, accettare, rifiutare carezze, dare carezze.

Innanzitutto possiamo ascoltare il nostro bisogno di carezze; questo ci permetterà di chiederle quando ne abbiamo bisogno o di accettarle quando ci vengono offerte, sempre che le desideriamo.

Non siamo molto portati a chiedere carezze e a ben vedere neanche ad accettarle: siamo abituati ad essere diffidenti a pensare a cosa ci vorrà chiedere l’altro, a ‘cosa c’è sotto’ un gesto una parola o uno sguardo di riconoscimento. Non è un caso se ho scritto ‘sempre che le desideriamo’: anche saper rifiutare una carezza rientra nel prenderci cura di noi stessi comprendendo quali carezze sono buone per noi. Nel dovuto modo è infatti molto importante rispettarsi anche nel proprio desiderio di non ricevere in un dato momento una carezza da una certa persona o in una certa circostanza.

Conoscendo meglio i nostri bisogni di riconoscimento possiamo inoltre entrare più facilmente in contatto con i bisogni di carezze degli altri e dare più carezze.

Oltre al fatto che non ci costano nulla, teniamo a mente che le carezze sono un ‘bene’ che non si esaurisce anzi si moltiplica perché mette in moto un circolo virtuoso di benessere che facilmente tornerà indietro dalla stessa persona o da tutt’altre.


Il desiderio o il bisogno di ricevere carezze degli altri

Specularmente a quanto detto per le carezze che riceviamo è importante sentire il desiderio dell’altro di ricevere una nostra carezza.

Questo significa anche entrare in empatia con l’altro: ricordiamoci che l’empatia è un ingrediente fondamentale per assicurare qualità nel rapporto con gli altri.


Vi saluto augurandovi buone carezze a tutti e ricordandovi che può essere una buona strategia di rientro quella di fare un bel pieno di carezze: pensiamo soprattutto ai più piccoli che hanno appena ripreso la scuola e di carezze ne hanno bisogno davvero tante! Buon inizio a tutti loro!!

A presto! 

Daniela La Porta – Psicologa
email: daniela.laportapsi@ilpuntonews.net
Print Friendly, PDF & Email